Breve storia della fondazione e cenni storici
Il sacerdote Gaspare Vezzoli aveva all'incirca 39 anni quando fu destinato a Romanengo in qualità di parroco. L'amore e l'attaccamento ai suoi parrocchiani lo dimostrò nel suo testamento redatto il 1° di marzo del 1886, col quale lasciava tutto ciò che possedeva affinchè fosse fondato a Romanengo l'Ospedale per gli ammalati poveri della parrocchia .Lo stabile situato sul terrapieno del castello che ospita attualmente la Fondazione fu acquistato il 24 novembre 1895 dal Naviglio civico di Cremona, proprietario sin dal 6 febbraio 1699, che veniva utilizzato come alloggio dai funzionari del Naviglio durante le visite periodiche al corso d'acqua.
Dopo l'effettuazione dei lavori di adeguamento, l'Ospedale iniziò a svolgere la sua attività il giorno 8 agosto 1898
Si legge da un documento della Sovrintendenza dei beni culturali: "Il terrapieno della Rocca di Romanengo, sito di insediamento del borgo fortificato, fu fondato nel 1192 dalla città di Cremona. La struttura difensiva venne nel tempo potenziata e fortificata fino a raggiungere il massimo ampliamento in eseguito ad una serie di interventi che, iniziati nel 1471, durarono circa due decenni; i lavori di difesa, eseguiti contemporaneamente anche alle fortificazioni di Soncino, Villanova e Novara, furono voluti da Galeazzo M.Sforza e diretti dagli architetti e ingegneri ducali Bartolomeo Gadio, Benedetto Ferrini e Danese de Manieri. In questo periodo il complesso fortificato comprendeva una rocca, munita di torre, prigioni, locali di presidio e di abitazione; il terrapieno ,sul quale sorgevano altri edifici civili e religiosi (tra i quali una chiesa duecentesca ed un ospedale della fine del '300) era murato e cintato da fossato. Del borgo originario rimane oggi solo la rocca ed un tratto di mura. I restanti edifici furono demoliti in epoca non precisata ma sicuramente antecedente al XVIII secolo quando il terrapieno è descritto come terreno di coltura destinato a prato e coltivazione di viti, gelsi ed alberi da frutta. Il terrapieno ed i terreni ad esso circostanti, attualmente utilizzati parzialmente per scopi agricoli ed in parte a frutteto, costituiscono notevole testimonianza storica del sito, nonché una emergenza morfologica di rilevante interesse paesaggistico".